Iniziato come progetto solista improvvisato di drone/noise più di 15 anni fa, l’American Cream Band di Minneapolis si è trasformata in un colosso musicale di 8 membri con un cast coerente di creativi non convenzionali, spinto dall’uscita del loro ultimo album, Presents su Quindi records.
I precedenti dischi della band sono usciti su etichette come Moon Glyph e Medium Sound, e ora Presents arriva in un lampo a ruota libera di new wave scattante, sax skronky, sfacciataggine botta e risposta e una cosmologia sonora orientata al krautrock.
Guidata dal “predicatore revivalista e leader del culto” Nathan Nelson, la band fonde alchemicamente i groove frastagliati dei B-52 con il vigore disco punk anni ’80 di James Chance & The Contortions in qualcosa che è più della semplice nostalgia; è uno sforzo artistico che ti invita a muoverti, a lasciare che la musica diventi la pennellata nel dipinto della tua stessa esistenza. Folle sempre più numerose di freak frenetici si riversano nei locali più squallidi delle Twin Cities ad ogni esibizione, rispondendo al ritmo della band come approccio rituale al loro suono dal vivo.
Come un faro che richiede una risposta, American Cream ti chiede di tendere la mano: il brivido sta nel chiedersi se la stingeranno o la morderanno.
