Masayoshi Fujita ~ Discosafari
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Migratory - Masayoshi Fujita vibraphonist marimba

“Migratory” di Masayoshi Fujita: natura e musica

Il famoso vibrafonista e suonatore di marimba giapponese Masayoshi Fujita torna con “Migratory“, un nuovo album solista che rappresenta una magistrale esplorazione sonora verso l’ignoto. L’album uscirà il 6 Settembre 2024 su Erased Tapes.

Il ritorno in Giappone e le collaborazioni: così è nato Migratory

Dopo 13 anni trascorsi a Berlino, nel 2020 Fujita è rientrato in Giappone con la moglie e i tre figli, realizzando il sogno di vivere e comporre musica immerso nella natura. La famiglia si è stabilita sulle colline montane lungo la costa di Kami-cho, Hyōgo, a tre ore da Kyoto.

Una volta trasferito, Fujita ha trasformato un vecchio asilo nel suo studio musicale, il Kebi Bird Studio, dove ha creato “Migratory”. Questo nuovo album reinventa e affascina con i suoni caratteristici del vibrafono, continuando la sperimentazione con marimba e sintetizzatori iniziata con “Bird Ambience” del 2021, successore del suo acclamato trittico di album:

  • “Stories” (2012),
  • “Apologues” (2015)
  • “Book of Life” (2018)

Una versione solista al vibrafono di “Tears of Unicorn” girata dal vivo in un appartamento di Berlino per promuovere “Apologues” di Masayoshi Fujita (2015)

“Migratory” introduce nuove collaborazioni, tra cui le voci della poetessa americana Moor Mother in “Our Mother’s Lights” e della vocal performer giapponese Hatis Noit in “Higurashi”, e integra nei suoi paesaggi sonori strumenti come lo shō (uno strumento a fiato ad ancia libera giapponese) e il sassofono del padre.

Durante una residenza musicale a Stoccolma nel 2021, Fujita ha incontrato il suonatore di shō svedese Mattias Hållsten. Nonostante l’incontro sia stato breve, i due musicisti sono rimasti in contatto. Durante una visita in Giappone, Hållsten ha contribuito a tre brani dell’album, inclusa la traccia finale “Yodaka”, superando le aspettative di Fujita.

Un’altra collaboratrice, la poetessa, musicista e attivista americana Moor Mother, ha chiesto a Fujita di suonare il vibrafono per il suo prossimo album e, in cambio, ha prestato la sua potente voce a “Our Mother’s Lights”, un pezzo centrale di “Migratory” che combina atmosfere africane e asiatiche.

La poetessa e attivista americana Moor Mother
La poetessa e attivista americana Moor Mother
Il suonatore svedese di Sho Mattias Hallsten
Il suonatore svedese di Sho Mattias Hallsten
La vocal performer giapponese Hatis Noit
La vocal performer giapponese Hatis Noit

Musica e Natura: le ispirazioni di Migratory

Come per “Bird Ambience”, Fujita trae ispirazione dagli uccelli. Il titolo dell’album, “Migratory”, nasce dall’immagine di uccelli migratori che viaggiano tra Africa, Asia orientale e Giappone, ascoltando la musica della terra sottostante e sfumando i confini tra musica e natura.

Fujita afferma che queste idee sono ispirate dalle sue esperienze di vita all’estero e dal ritorno in Giappone, nonché dagli artisti presenti nell’album che hanno viaggiato e vissuto oltre i confini nazionali, integrando influenze musicali diverse, ma rimanendo radicati nelle proprie origini.

Anche i genitori di Fujita hanno vissuto all’estero, in Thailandia, per oltre 15 anni. Dopo il ritorno in Giappone, la madre di Fujita è morta all’inizio del 2023. Fujita ha invitato suo padre a visitarlo, trascorrendo del tempo insieme a lui e ai nipoti. Musicista per tutta la vita, Fujita senior ha suonato il sassofono su alcune tracce dell’album, dando vita a tre pezzi mozzafiato. “Blue Rock Thrush” spicca per le sue sfumature jazz, con il sassofono e la marimba che si fondono armoniosamente.

MIGRATORY di Masayoshi Fujita – TRACKLIST

      1. Tower of Cloud
      2. Pale Purple
      3. Blue Rock Thrush
      4. Our Mother’s Lights (with Moor Mother)
      5. Desonata
      6. Ocean Flow
      7. Distant Planet
      8. In a Sunny Meadow
      9. Higurashi (with Hatis Noit)
      10. Valley
      11. Yodaka

La natura, sempre fonte di ispirazione per Fujita, è centrale in “Migratory”. Le registrazioni sul campo, pacifiche e ponderate, sottolineano come la natura sia un’immagine evocata dalla musica, piuttosto che rappresentata direttamente.

Le note di copertina, scritte dal famoso romanziere e scrittore di viaggi Pico Iyer, descrivono il Giappone percepito mentre si ascolta la musica. Iyer ci educa e ci incapsula, proprio come gli uccelli immaginari di Fujita catturano l’essenza della migrazione musicale.

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